lunedì 19 febbraio 2007

40 VOLTE BAGGIO

Il nostro amico Franco non ce ne vorrà se affianchiamo ai suoi auguri quelli per un illustre collega: Roberto Baggio. Quarant’anni di vita, la maggior parte dei quali passati a dribblare gli avversari e la cattiva sorte, disegnare geometrie, a vestire maglie di diversi colori, e a colorare i sogni di milioni di appassionati in tutto il mondo. Già, perché Baggio è il calciatore italiano più famoso e amato nel mondo. Ciò si potrebbe spiegare solo con il talento, ma non è così. Baggio è stato un’alchimia di genio e di dolore; il simbolo di un eroe che non viene mai vinto dalle avversità. Nasce a Caldogno il 18 febbraio 1967. Si fa subito notare nelle giovanili del Vicenza per il talento e l’impressionante numero di reti messe a segno. Durante Rimini – Vicenza del 5 maggio 1985, subisce un infortunio che condizionerà la sua intera carriera: lesione del crociato anteriore, menisco e collaterale del ginocchio destro. Nonostante l’incidente la Fiorentina lo vuole. Esordisce in A il 21 settembre 1986 ma il menisco fa ancora crac. Rientra a fine campionato e la Fiorentina si salva. A Firenze lascia ricordi indelebili, tra gol straordinari e giocate da campione. Nel 1990 gioca il Mondiale delle “notti magiche”. Contro la Cecoslovacchia mette a segno un gol da antologia: dopo aver triangolato con Giannini a centrocampo, salta due uomini e infilza il portiere. L’Italia e’ sfortunata ma per Baggio si aprono le porte di uno dei club più prestigiosi: la Juventus. Cinque stagioni, contrassegnate da uno scudetto, una coppa Uefa, un Pallone D’oro ed il Fifa World Player del 1993. Nel mondiale statunitense del 1994, dopo una partenza incerta e contrassegnata dalle polemiche, si sblocca contro la Nigeria mettendo a segno il pareggio a pochi secondi dalla fine, e segnando il rigore che consente all’Italia di proseguire. Il resto è storia. Segna gol straordinari con la Bulgaria e la Spagna; contro quest’ultima si infortuna ma nella finale vuole esserci. La finale, giocata sotto un caldo pazzesco, si decide ai rigori. Baggio, con il suo errore dal dischetto, consegna il quarto titolo al Brasile. Lascia la Juve del giovane Del Piero, e approda al Milan. L’errore con il Brasile diventa un incubo che condizionerà il suo gioco, meno brillante rispetto al passato. Due stagioni contrassegnate da molte sostituzioni. Contribuisce comunque alla vittoria di uno scudetto. Nel 1997/98 e’ la volta del Bologna dove rinasce: 22 reti in trenta gare e Maldini è costretto a portarlo in Francia. Nella partita contro il Cile cancella, per un attimo, i suoi incubi mettendo a segno il penalty. L’Italia perde ancora ai rigori, contro la Francia. È la volta dell’Inter. Con Gigi Simoni il rapporto è buono ma i continui problemi muscolari gli impediscono di giocare sempre. Nella seconda stagione trova Lippi che diventa, col tempo, un suo nemico, per motivi che vengono descritti da Baggio nella sua autobiografia. Il paradosso vuole che la stagione di Lippi venga salvata proprio da Baggio, il quale mette a segno due grandissime reti contro il Parma, nello spareggio di Champions League. Lascia l’Inter e nell’estate del 2000 si trova senza squadra. Carlo Mazzone lo chiama al telefono: “Ciao Robbè, so Mazzone…senti Robbè volevo sapè se avevi voglia di giocà con noi, nel Brescia”, “mi farebbe molto piacere mister”, “vabbè Robbè, metto in contatto i procuratori”. Mazzone costruisce la squadra su Baggio e quest’ultimo lo ripaga contribuendo in maniera determinante alle salvezze. Nella prima stagione (2000/2001) ancora un infortunio, ma quando torna mette il turbo. Adesso un flashback nella memoria. Si gioca Juventus – Brescia; il Brescia e’ in svantaggio per uno a zero e sono i minuti finali. Ad un certo punto Pirlo, da centrocampo, fa partire un lancio millimetrico per Baggio che corre verso la porta, stoppa al volo il pallone dentro l’area, dribblando contemporaneamente il portiere e depositando col sinistro la palla in rete. Anche grazie a questa rete la Roma si aggiudicherà lo scudetto. All’inizio della stagione 2001/2002 e’ un Baggio straordinario. Otto reti dopo le prime nove partite; vuole a tutti i costi partecipare al suo quarto mondiale. Ma la sfortuna, ancora una volta, lo colpisce: il 31 gennaio 2002. Questa volta è il crociato del ginocchio sinistro che salta. Subito dopo l’intervento chirurgico, il suo procuratore e grande amico, Vittorio Petrone, interviene al “Processo di Biscardi”, comunicando che il giocatore non si ritira e che, anzi, ha intenzione di tentare il tutto per tutto per rientrare prima della fine della stagione. Baggio “vive” al centro di riabilitazione Isokinetic di Bologna e compie il miracolo: rientra in campo dopo 77 giorni contro la Fiorentina, a tre giornate dal termine, mettendo a segno due reti. È l’apoteosi ma Trapattoni decide di non portarlo ai mondiali coreani. Per Baggio è un colpo durissimo. Medita il ritiro ma decide infine di continuare. Le ultime due stagioni nel Brescia sono ancora contrassegnate da lampi di genio e lo stesso Trapattoni decide di convocarlo in Nazionale, per una partita in suo onore. È il 28 Aprile 2004, contro la Spagna. Baggio si infortuna lievemente la domenica antecedente la partita, e non è in grado di brillare. Lo stadio gli concede un’ovazione quando esce dal campo, con Baggio che applaude il suo pubblico (vedi foto). Gioca la sua ultima partita contro il Milan, il 16 Maggio a San Siro. Sembra che il Dio Calcio aspetti la sua uscita di scena, per non infangarne l’immagine con il marcio che emergerà successivamente. Concludo con le parole del compianto Franco Scoglio: “…nessun calciatore italiano ha mai avuto una popolarità nel mondo come lui. Un percorso individuale irripetibile, una vera favola tra cadute e ricadute: la sua storia è pura poesia tecnica”.
IDEATO E SCRITTO DA: ANDREA "METEO" GIOVANNELLI

4 commenti:

Unknown ha detto...

Bravo Andrea, un giusto tributo ad uno dei piu' grandi campioni che si siano visti sui campi di calcio.
Devi essere un suo grande estimatore se sei riuscito a riassumere cosi' bene la sua storia. Ti proporro' per un provino con Gianni Mina'. he he he

bomber64 ha detto...

Mi sembra un elogio eccessivo per un giocatore.........normale che ha giocato in società che hanno vinto grazie al doping fisico e amministrativo, come i fatti hanno dimostrato.
Finchè è stato alla Fiorentina non ha vinto un ca...............iser??????!!!!!!

Anonimo ha detto...

non sono d'accordo bomber, baggio è indubbiamente stato uno dei più grandi calciatori italiani..altro che totti!
butcher

Anonimo ha detto...

C'è SOLO UN GIOCATORE CHE GIOCA MEGLIO DEL MAGICO PELE': ROBERTO ROBERTO BAGGIO!!!!!!!!!!!!!!!!!
ALTRO CHE DOPING...PIEDI D'ORO E GRANDE CLASSE...UN GENIO..